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Dal theogramma al theodramma

Quando conoscersi e esprimersi fanno la forza in azienda.
L’obiettivo della teatroterapia non è lo spettacolo quanto piuttosto il rischiare fuori di se’ il proprio mondo interno e le proprie relazioni, per poi tornare a incontrare se stesso con una piccola luce in più sulle proprie risorse e emozioni in gioco.
Incontrarsi per fare teatroarteterapia vuol dire mettersi in gioco e giocare, uscire dalla realtà ordinaria e aumentare il livello di percezione di se’ e di se’ nel gruppo, intensificare la propria sensibilità, imparando a sperimentare i propri limiti e la capacità del gruppo di sorreggere ogni partecipante.
Ognuno non è solo in questo viaggio: i trainer sono gli accompagnatori, discreti, nel processo creativo dei propri partecipanti, attenti nella osservazione di ciascuno e delle dinamiche di gruppo.
L’esperienza nasce da una attivazione psico corporea, possiamo chiamarla espressione corporea, si tratta di una sequenza di movimenti che scaricano le tensioni superficiali, e man mano più profonde, del corpo e della mente, rimettono in fase il respiro, e attraverso il suono, e la luce attenuata, creano una alterazione della propria condizione percettiva, man mano più aperta alle sensazioni personali e del gruppo.
Nell’ambito di un percorso di benessere organizzativo e riduzione dello stress da lavoro correlato abbiamo inteso rivolgere la nostra attenzione allo sviluppo della qualità di relazione del soggetto nel gruppo. Seguendo le strade della teatroarteterapia il percorso si è centrato sulla percezione di sè e di sè in rapporto con l’altro e con lo spazio.
Percepirsi comincia con un ascolto del proprio gesto e del proprio respiro che si trasforma in un ampliamento del proprio spazio percettivo, interno e gestuale, rivolto anche al gruppo dei partecipanti. Questo ascolto attivo di sè consente di centrarsi nel contesto e passare alla relazione con l’altro.
Riteniamo che aumentare la consapevolezza della propria prossemica, il modo con cui ci poniamo in rapporto gestuale con l’altro, possa aiutare il partecipante a cogliere che nelle relazioni la gestualità è segnale di sè e influenza, venendone a sua volta influenzato, il rapporto con l’altro.
Nella relazione con l’altro in contesti aziendali riconoscere lo spazio prossemico aiuta a ridurre o a riconoscere quegli incidenti di relazione, che precedono e favoriscono gli incidenti stessi: essere nel posto che sentiamo nostro, e recuperare una dimensione di confronto con l’altro è la base per il passaggio successivo: lavorare insieme.
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