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STAGE INTENSIVO ottobre 2020

 In SEMINARI

Comincia il nuovo anno di Teatro Arte Terapia
cominciano i nuovi laboratori del Teatro dell’anima

Intensivo dell’Ass. La Bottega del Liocorno

Lo stage è coordinato da Dario Aquilina con la collaborazione del suo staff.

per la scuola di Teatro Arte Terapia di Napoli e il Teatro dell’Anima
presso Istituto Lama Tzong Khapa Napoli – via Cisterna dell’olio, 18

I RACCONTI DI ULISSE E IL DIFFICILE INCONTRO DELL’ANIMUS E DELL’ANIMA

 

 9 – 10 – 11 ottobre 2020

 

POSSIBILITA’ DI PARTECIPARE ANCHE SOLO IL 9 OTTOBRE DALLE 15 ALLE 20

Venerdì 9 ottobre dalle 15,00 alle 20,00
Sabato 10 ottobre dalle 9,30 alle 23,00
Domenica 11 ottobre dalle 9,30 alle 18,00

I RACCONTI DI ULISSE E IL DIFFICILE INCONTRO DELL’ANIMUS E DELL’ANIMA

 

Una nave vaga nel mediterraneo, porta Ulisse/Odisseo, che cerca di tornare ad una casa che si allontana ogni volta, a nulla serve il suo ingegno. Gli manca una chiave. Sa difendersi dalle sirene, ma non sa trovare la sua unione.Animus senza Anima, Anima senza Animus non può trovar pace.

 info: 3397408003 – 346 661 4031 – 3404627742

 


«E quella, subito uscì e aprì le porte splendentie li invitò: essi, stolti, tutti insieme la seguirono.Euriloco invece rimase indietro: sospettò l’inganno.Ella li condusse dentro, li fece sedere su sedie e seggi,e per essi formaggio e farina e giallognolo mielemescolò con vino di Pramno; e nell’impasto aggiunseveleni funesti perché del tutto scordassero la patria terra.Ma quando a loro lo diede ed essi bevvero, allora subitoli percosse con la sua verga e li rinchiuse nel porcile.Ed essi di porci avevano e testa e voce e pelie tutto il corpo, ma la mente era intatta, come prima.Così quelli piangenti furono rinchiusi; e a loro Circebuttò ghiande di leccio e di quercia e corniolo,quali sempre mangiano i porci che dormono per terra. (Od. X,230-243)»



Calipso

“Sul promontorio seduto lo scorse: mai gli occhi erano asciutti di lacrime, ma consumava la vita soave sospirando il ritorno, perché non gli piaceva la ninfa.certo la notte dormiva sempre, per forza, nella cupa spelonca, nolente, vicino a lei che voleva. Ma il giorno, seduto sopra le rocce e la riva, con lacrime gemiti e pene il cuore straziandosi, al mare mai stanco guardava, lasciando scorrere lacrime.”


Ulisse tra Scilla e Cariddi
Mi inchino a te, signora: sei una dea o una donna mortale?
Se infatti sei una dea di quelle che abitano l’ampio cielo,
Artemide sembri, figlia del grande Zeus,
per l’aspetto e la figura slanciata;
ma se sei una donna mortale, di quante abitano la terra,
tre volte beati il padre e la madre veneranda,
tre volte beati i fratelli: molto il loro cuore
sempre si colma di gioia grazie a te,
quando vedono un simile bocciolo intrecciare movenze di danza.
Ma felice in cuore più di ogni altro
chi, portando più doni, ti condurrà alla sua casa in sposa. (l.VI, vv.149-150)
 


Ulisse ascolta il canto delle sirene

“Vieni, celebre Odisseo, grande gloria degli Achei,
e ferma la nave, perché di noi due possa udire la voce.
Nessuno è mai passato di qui con la nera nave
senza ascoltare con la nostra bocca il suono di miele,
ma egli va dopo averne goduto e sapendo più cose “
 
 
Ulisse schernisce Polifemo

Che traccia resta di Ulisse in chi lo ha incontrato nel suo peregrinare per il mediterraneo? La sua intelligenza e astuzia gli restituisce la felicità? Incontrarlo è una possibilità o una delusione? Riesce a vincere contro le forze della natura o solo a sopravvivere? Perché i suoi incontri con il femminile non riescono a nutrirlo?
La mente e il cuore sono in conflitto?
Animus e anima possono trovare un’integrazione?
Incontreremo Ulisse e le sue storie in tre giorni di lavoro attraverso il gesto, il movimento, la parola, la messa in scena di una drammaturgia naturale, che a poco a poco aprirà le porte allo spettacolo.
 
 

La teatroarteterapia ti mette in contatto con i tuoi nuclei espressivi se vuoi, e in scena fra la gente se vuoi, ti consente incontri dentro e fuori di te, e al costo di un gruppo di incontro ti insegna un mestiere nella vita e nel lavoro: L’ARTE DI METTERTI IN SCENA NELLA VITA, e di aiutare chi vuole scoprirla.

Non è teatro e non è psicoterapia, è un motore che ti fa scoprire la potenzialità che possiedi e ti dà il coraggio di provarti e non da solo.

È un percorso di conoscenza di sé e degli altri attraverso la scoperta dei propri miti e dei propri simboli, per scoprire la propria originalità e i propri aspetti condivisi con le culture umane.

È un viaggio nella coscienza di sé, un modo per accogliere le differenze e valorizzarle.

Scoprirai il tuo movimento, il tuo corpo nello spazio e le sue memorie nella vita che esprime, scoprirai la tua natura sonora ed espressiva, senza dover essere artista, ma per incontrare il tuo mondo e entrare in relazione con gli altri attraverso tutta la tua ricchezza di emozioni, cultura, di passioni che hai imparato a riconoscere, usare, gestire.

Puoi usarla per lavorare a scuola, nei centri di riabilitazione, nelle strutture contro il disagio, e potrai andare in scena nei luoghi dove questo è un gioco o in un teatro.

Molti di noi lo stanno già facendo. Essere teatroterapista: un modo di essere, un modo di fare.

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