Il nucleo teorico del Teatro dell’Anima parte da alcuni assunti di base:
1) si può interpretare il funzionamento della psiche e dell’attività personale attraverso le funzioni teatrali di base: autore, attore, regista, spettatore e produttore, ove la mancanza di espressione di ciascuna di esse o di collegamento fra loro determina la difficoltà di espressione nella propria realtà di vita.
2) ognuno di noi è “parlato” dall’ambiente in cui vive nel momento, dalla storia personale e dalla cultura cui appartiene. Quindi i propri riferimenti culturali e simbolici non sono personali e nel momento in cui si riconosce tale patrimonio simbolico la propria capacità di espressione conquista una maggiore forza (cfr Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo, Bollati Boringhieri 1977).
3) è indispensabile sviluppare un consolidamento della persona per passare da un piano prepersonale, ove c’è solo posto per la risposta ai bisogni di base, a un piano personale ove le istanze del soggetto e della sua affermazione nel mondo trovino spazio, e giungere infine a un piano transpersonale ove il soggetto recuperi la consapevolezza della sua appartenenza all’intera umanità e all’ambiente a cui appartiene (cfr K. Wilber, Psicologia integrale. Coscienza, spirito, psicologia e terapia, Crisalide 2014).
4) il soggetto deve poter sviluppare percorsi di espressione/condivisione ove la propria natura, il proprio nucleo possa esprimersi (cfr J. Hillman, Il codice dell’anima. Carattere, vocazione e destino, Adelphi 2009), ove mettere in gioco la propria caratterialità e superare la propria distruttività (cfr W. Reich, Analisi del carattere, SugarCo 1994).
5) la realizzazione di spettacolazioni ove il gesto personale e il suo confronto con il gesto espressivo artistico aumenta l’empowerment del soggetto rispetto a sé, al gruppo, al contesto di vita (cfr Franco Passatore, Animazione dopo, Guaraldi, 1976; F. Passatore, C. Lastrego, F. Testa, Mi piace fare teatro, Mondadori 1987; D.Francescato, M. Tomei, G. Ghirelli, Fondamenti di psicologia di comunità, Carocci 2011).
6) gestire la dinamica di gruppo attraverso la comprensione della fase che sta attraversando, della funzione di ciascun partecipante rispetto all’obiettivo del gruppo, ritenendo che ogni cambiamento nasca dalla interazione legata al raggiungimento di un obiettivo, piuttosto che attraverso il solo processo di autoriflessione (cfr K. Blanchard, D. Carew, E. Parisi Carew: Costruire gruppi di successo, Franco Angeli 2016).
Crescita personale
Il teatro dell’anima è un percorso di ricerca che aiuta l’individuo a trovare la propria originalità attraverso lo sviluppo armonico della propria capacità di essere autore regista attore e spettatore della propria vita, in questo senso aiuta a “mettersi in scena nella vita”, utilizzando i media che gli sono più propri: il gesto, il corpo, la parola, il movimento, il suono, le immagini, la materia.
Gli strumenti che usa sono il lavoro di espressione corporea, la padronanza del respiro e della voce, le tecniche di sviluppo del contatto e dell’empatia, oltre allo sviluppo della capacità di mettere in scena azioni teatrali attraverso l’improvvisazione, la drammaturgia naturale, e le forme espressive che essa prende.
Il progetto, nato a nel 1988, ha unito la psicologia corporea e gli aspetti simbolici della psicologia transpersonale con gli aspetti espressivi del teatro gestuale in particolare con quello del “Living theatre” e con gli strumenti di approccio che la Psicomotricità di Andrè la Pierre utilizzava nella formazione e nella terapia.
Il progetto si rivolge a persone comuni, che sentono il bisogno di amplificare il loro spazio espressivo, ma nel corso del tempo è diventato laboratorio di formazione, e le tecniche utilizzate si sono trasferite ai contesti pedagogici, a quelli legati al disagio: dalla scuola, ai reparti di salute mentale, ai progetti contro il disagio culturale e per la formazione degli adolescenti, partecipando ad un museo itinerante per i bambini per diversi anni.