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3 Energia, la carica che ciascuno porta con sé

Dopo un questionario che ci aiuta a capire più a fondo come siamo approfondiamo in 2 puntate il tema: “Energia, la carica che ciascuno porta con sé”.
Durante un incontro clinico, individuale o di gruppo, la qualità dell’energia espressa e la modalità di comunicazione non verbale e prossemica cui si esprime, sono decisive.

La sua valutazione è decisiva per costruire una diagnosi, per orientare la comunicazione verso il paziente o il consultante, per decidere quali azioni sono più semplici nella relazione clinica.
Si riesce ad incontrare una persona pervasiva solo destando la sua attenzione, in maniera convergente con le sue affermazioni, perché il tono interlocutorio o la presenza del posizioni antagoniste potrebbero attivare unicamente oppositività e aumentare l’assenza di contatto.

Al contrario una persona con una energia coartata o autoinibita deve poter percepire l’accoglienza da parte del suo interlocutore per uscire dal suo ritiro che rende il contatto basso e difficile.
La paura, la rabbia inesplosa , la passività si nascondono dietro questo ritiro energetico che può essere floppy, morbido, sgonfio, senza forza, oppure hard, duro e contratto, ove la forza viene utilizzata per auto paralizzarsi.

Non è detto che tutto il comportamento della persona sia dominato dalla pervasività o dal ritiro, spesso solo alcune funzioni ne sono dominate, mentre altre sembrano essere non toccate:
Il tipo timidissimo con la compagna, aggressivo al volante;
il professionista severo e aggressivo, ma un padre accogliente e tenero;
una donna brillante nel mondo e vittima del marito;
questi sono esempi di un elenco lunghissimo che ci aiuta a capire che abbiamo molte funzioni e che il loro rapporto non è immediato, lineare, convergente , ma paradossale e gestito dal carattere di ciascuno e dal contesto dove si esprime.

Fra i due estremi problematici e spesso fuori dal contatto, ci sono tutte le variazioni possibili che abbiamo raggruppato in altre 5 categorie lungo un continuum che va dagli aspetti più introvertiti e introspettivi, a quelli più estrovertiti e estroversi, che in seguito differenzieremo e spiegheremo più precisamente.

Nell’anatomia fisiologica di questa stella danzante che siamo approfondiamo il senso delle altre qualità di energia.
“L’energia proiettata” , ovvero gli aspetti proiettivi della propria percezione di sé e del mondo esterno, appartiene all’area dell’introversione, nel rapporto con il mondo esterno .

Gli aspetti problematici legati al rifiuto o al desiderio inespresso vengono proiettati fuori dal soggetto, il nostro signor S o la nostra signora S attribuiscono ad altri le parti intollerabili di sé:
la propria aggressività è causata dall’altro in relazione con lui o lei;
oppure l’altro è il campione delle proprie capacità inespresse, come succede nei comportamenti legati al tifo sportivo, o ai fan club, in cui il soggetto si identifica nell’altro e proietta su di lui tutte le azioni impossibili o evitate; ancora ci sono i comportamenti di sostegno al leader o di aggressione passiva all’antagonista.

Frutto di proiezioni sono molte scelte sessuali rifiutate o impossibili da esprimere.
Appare così il legame con gli aspetti di passività propri di questa forma di energia, che si attiva “a causa” dell’altro, che così risulta il motore della propria attivazione.

La successiva forma di energia è quella “pronta al ritiro”, in stand by verso la chiusura, che mette in evidenza una tensione verso un’espressione di sé più aperta al mondo esterno, ma la tendenza a rifugiarsi nella propria zona di sicurezza, comfort zone, per non rischiare squilibri nella propria vita: “sarebbe preferibile e interessante insegnare in un altro modo ma a me hanno insegnato così e non saprei fare altrimenti”, questa frase rappresenta bene il movimento interno del nostro partecipante in cui l’energia è trattenuta dal bisogno di confermarsi, ma c’è l’attenzione al mondo e la disponibilità al confronto è possibile “finché non mi si chiede di farlo io… “.

Ovviamente una persona non vive questa capacità in tutti i suoi contesti di espressione, ma spesso solo in alcuni.

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